Quanto vorrei detestarlo
Amphithéâtre romain de Nyon (VD)
Abstract dell’articolo, in italiano, di Cedric van der Poel per la pubblicazione «Cultura della costruzione: qualità e critica».
Se usate con intelligenza e in modo opportuno, le nuove tecnologie possono essere degli strumenti estremamente efficaci al servizio della cultura della costruzione, in particolare per lo sviluppo di un linguaggio comune tra esperti e profani, e per una gestione più partecipativa e democratica dello spazio urbano.
È esattamente quello che hanno voluto dimostrare il comune di Nyon e lo studio ginevrino TYPICALOFFICE. Per rilanciare il progetto, arenato da oltre vent’anni, di valorizzazione delle rovine dell’anfiteatro romano scoperto nel 1996, per due fine settimana gli abitanti di Nyon e i professionisti del settore sono stati invitati a vivere sul sito stesso tre esperienze immersive virtuali: la prima basata sulla ricostruzione scientifica dell’anfiteatro in epoca romana, la seconda fondata sul progetto vincitore del concorso organizzato nel 2002 ma mai realizzato e l’ultima, più artistica, consistente in una rappresentazione fantastica di carattere faunistico e ambientale. Al di là della percezione individuale dei singoli partecipanti, i feedback raccolti attraverso un questionario e nel corso di due workshop di un giorno hanno dimostrato le innegabili qualità di questo processo per la governance urbana e per il progetto.
Infatti, mentre i documenti tecnici hanno, nel migliore dei casi, escluso un gran numero di persone dal dibattito, e nel peggiore, cristallizzato gli antagonismi, la realtà virtuale e l’esperienza immersiva e cognitiva vissuta dalle persone presenti hanno gettato le basi di un linguaggio e di una rappresentazione comuni. Hanno messo delle conoscenze multidisciplinari al servizio della comunità e hanno per messo di cogliere in modo molto diretto, intuitivo e a misura d’uomo l’impatto dei progetti sull’ambiente e sul quartiere. Le critiche emerse nel corso di questi due workshop hanno messo in evidenza come la qualità del nostro ambiente costruito si delinea soprattutto in modo collettivo e con processi innovativi.
Questo articolo è stato pubblicato nel numero speciale «Cultura della costruzione: qualità e critica». Ordina adesso!