Recensione a «Montagne e territori ibridi tra urbanità e ruralità»
Da qualche tempo si assiste a un rinnovato interesse per la montagna e per i territori alpini da parte di studiosi provenienti da diverse discipline: dalle scienze naturali che hanno fatto delle Alpi un loro privilegiato laboratorio, alle scienze sociali come la geografia umana, la storia, l’economia, la sociologia, ma pure alle discipline di progetto come l’architettura o l’urbanistica. Questa attenzione si collega anche alla pandemia Covid-19 che ha portato un nuovo sguardo sui luoghi con basse densità, ritenuti più sani. Lo sguardo sulle Alpi ha accantonato un certo approccio bucolico e idealizzante proveniente dal mito alpino costruitosi sin dal XVIII secolo e si avvale ora di nuove chiavi di lettura che cercano di analizzare problemi contemporanei come lo spopolamento dei territori, il telelavoro, lo sviluppo economico, le trasformazioni ambientali ecc. Il volume curato da Luigi Lorenzetti e Roberto Leggero, entrambi storici che operano all’interno del Laboratorio di Storia delle Alpi di Mendrisio (Labisalp), si propone di mettere a disposizione dei lettori un’analisi dei temi dello sviluppo territoriale, facendo capo a orizzonti disciplinari diversi, a letture storiche e contemporanee, spaziando dalle Alpi svizzere (con alcuni riferimenti al Ticino) a quelle italiane. Il volume pone la sua attenzione sugli spazi e gli insediamenti della montagna contemporanea nelle sue relazioni con la pianura e pone le basi per l’allestimento di una nuova problematica. Oltre a discutere le categorie «tradizionali» di città, campagna, urbano, rurale, dalle pagine del libro emerge la necessità di interrogarsi sulla presenza di condizioni meno definite che vengono analizzate attraverso una particolare condizione qualificata come «ibrida» e caratterizzata dalla contaminazione e dalla permeabilità.
Nel breve spazio a disposizione non è possibile citare tutti gli spunti di riflessione che la pubblicazione mette a disposizione dei lettori, limitiamoci a evocare alcuni aspetti. Come si legge nell’introduzione, anche se la penetrazione tra urbano e rurale (magari sotto altre forme) era già presente nelle società del passato, oggi è certamente più evidente la permeabilità del mondo urbano rispetto a quello rurale, e viceversa. Nell’arco alpino la svolta liberista degli anni Novanta ha portato all’abbandono della ricerca di politiche di sviluppo egualitarie tra le regioni e ora si presentano situazioni molto diversificate.
Come interpretare, ad esempio, il tema dell’urbanizzazione nelle Alpi? Si può parlare di città alpina? A volte i termini di periurbano (vicino alla città) e di periferico (lontano dalla città) sono più pertinenti rispetto a quello di rurale, spesso associato a immagini e valutazioni idealizzate e identitarie. Comunque, con le loro funzioni, le città alpine hanno sempre avuto ragione di esistere e oggi sono diventate luoghi in cui si mescolano condizioni differenti. Nelle valli alpine vivono nuovi residenti; alcuni, abitando temporaneamente a cavallo tra piano e montagna, hanno fatto la scelta della multilocalità, altri sono i neomontani che tentano di proporre un recupero e un’attualizzazione delle produzioni agropastorali. Ma lo sguardo sulla montagna non deve essere idealizzato: se alcune forme di sviluppo puntano ancora su forme di turismo legate a uno sfruttamento intensivo della montagna, diverse in crisi hanno perso le loro funzioni economiche generando così dismissioni e abbandono. C’è chi ha suggerito di parlare di nuovi «territori metromontani» dove, per una convergenza di interessi e per l’esistenza di vantaggi reciproci nell’interscambio, le relazioni tra montagna e pianura potrebbero assumere una dimensione virtuosa. Occorrerebbe allora pensare all’idea di un territorio gestito nell’interesse comune attraverso forme di alleanza «a geometria variabile». In ultima analisi, come suggeriscono i contributi presenti nel volume, l’attuale interesse per la montagna richiede nuove letture transdisciplinari e nuove categorie che vadano ben oltre gli sguardi sinora adottati: i territori esistono in relazione al modo in cui li viviamo e li osserviamo.
Luigi Lorenzetti, Roberto Leggero, a cura di
Montagne e territori ibridi tra urbanità e ruralità
Mendrisio Academy Press, Mendrisio 2022