Si­ste­ma­zio­ne del de­po­si­to del­la Buz­za, Bia­sca

Il materiale proveniente dalla galleria di base del San Gottardo, e non reimpiegato nell’ambito del progetto, è stato gestito con attenzione all’ambiente. Nel caso della Buzza, esso forma una collina artificiale in un sito già storicamente investito da una frana (nell’anno 1513) e in seguito sfruttato come cava per gli inerti.

Data di pubblicazione
16-06-2016
Revision
16-06-2016
Laura Ceriolo
Architetto, dottore di ricerca in storia delle Scienze e Tecniche Costruttive

Il materiale di scarto derivante dagli scavi di AlpTransit arriva attraverso il cunicolo Pollegio nord - Buzza di Biasca mediante l’ausilio di un nastro trasportatore e trova la sua sistemazione definitiva presso il deposito di materiali di risulta alla Buzza di Biasca. L’opera di compensazione ambientale è stata eseguita a tappe, riequilibrando così anticipatamente le sottrazioni di superfici agricole. Il deposito ha una capienza di ca. 3.25 mio mc e occupa una superficie di 140’000 mq. L’utente che transita nei pressi della Buzza vede, grazie all’intervento paesaggistico sul territorio, una collina piantumata in fase di accrescimento e dunque verdeggiante. Le piantagioni rispettano le specie locali, castagneti, rovere e roverella, querceti e cespuglieti semi-xerici.

Committenza: AlpTransit San Got tardo SA

Ingegneria civile: Project Partners Ltd, CAB, Consorzio AlpTransit Biasca

Architettura: Beratungsgruppe für Gestaltung (BGG)

Progetto Ambientale: Ecocontrol SA; Locarno

Fotografia: Marcelo Villada Ortiz; Bellinzona

Date: realizzazione 2002-2015

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